Modulo 2.

0. Introduzione alla gestione collaborativa

Abstract

Questo capitolo introduce il concetto di gestione collaborativa nella conservazione del patrimonio. Spiega i principi fondamentali e perché è così importante, soprattutto per gli ecomusei. Imparerete a conoscere i diversi ruoli svolti dai governi locali, dalle ONG, dalle imprese e dai residenti quando collaborano per prendersi cura del patrimonio culturale e naturale. Presteremo particolare attenzione agli ecomusei, che Maggi (2002) descrive come “un patto con il quale una comunità si prende cura del suo patrimonio”, un ottimo esempio di come funziona la gestione partecipativa del patrimonio. Inoltre, esamineremo alcuni documenti ufficiali a sostegno della gestione sostenibile del patrimonio.

Gestione collaborativa significa che persone e gruppi diversi condividono la responsabilità di prendere decisioni e prendersi cura delle risorse insieme. A differenza del vecchio approccio dall’alto verso il basso, questa metodologia dà alle comunità locali il potere di possedere e proteggere realmente il loro patrimonio, contribuendo a farlo durare nel tempo. Se pensate a come interagite con i vostri vicini o con altri membri della vostra comunità, vi renderete conto che le relazioni basate su connessioni orizzontali, tra pari, e su una logica di lavoro democratica aiutano a raggiungere obiettivi comuni per il bene della comunità.

Figura 2. Esplorazione del territorio all'Ecomuseo Lis Aganis, 2021. Fonte: Ecomuseo Lis Aganis.

D’altra parte, nel corso del tempo, il concetto di patrimonio culturale si è notevolmente ampliato e ora richiede la collaborazione di esperti di molti settori per proteggere sia gli elementi tangibili (come edifici o manufatti) che quelli intangibili (come tradizioni o storie).

Un grande passo avanti è stata la Politica di sviluppo sostenibile del patrimonio mondiale dell’UNESCO del 2015. Essa ha introdotto la sostenibilità nel modo in cui conserviamo e gestiamo i siti del patrimonio mondiale, chiarendo che la protezione del patrimonio culturale e naturale deve sostenere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, proprio come afferma l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Utilizzando questa politica globale come guida, indipendentemente dal tipo di patrimonio che gestite (materiale o immateriale, naturale o culturale, locale o regionale), vi indicheremo le idee principali da tenere a mente per un’amministrazione efficace del patrimonio.

Infatti, la politica dell’UNESCO è strutturata attorno a quattro dimensioni chiave che potrebbero essere utili per riflettere sulla metodologia partecipativa che si desidera applicare per la gestione del proprio patrimonio. Queste sono:

  1. Sviluppo sociale inclusivo: promuovere il coinvolgimento attivo delle comunità locali nella gestione dei siti, rispettare i diritti umani e le culture indigene e l’equità intergenerazionale.
  1. Sviluppo economico sostenibile: incoraggiare attività economiche compatibili con la conservazione del patrimonio, tra cui il turismo responsabile, l’artigianato locale e l’agricoltura sostenibile.
  1. Sostenibilità ambientale: enfatizzare la protezione della biodiversità, l’uso responsabile delle risorse naturali e la resilienza ai cambiamenti climatici.
  1. Pace e sicurezza: riconoscere il patrimonio come strumento di dialogo interculturale, coesione sociale e prevenzione dei conflitti.

Questa politica dell’UNESCO mira a guidare gli Stati membri, i gestori dei siti patrimoniali e le parti interessate verso un approccio integrato in cui la conservazione del patrimonio e lo sviluppo sostenibile si rafforzano a vicenda. Esempi di successo includono partnership tra comuni e associazioni locali che garantiscono che i siti culturali rimangano attivi e rilevanti sia per la popolazione locale che per i visitatori. Gli ecomusei potrebbero essere un esempio di buona pratica in questo campo, poiché coinvolgono le comunità locali nella cura e nella valorizzazione del patrimonio, rendendo partecipi le parti interessate a diversi livelli (locale, nazionale o anche internazionale).

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